sabato 23 gennaio 2021

CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

 

INTERVISTA IMPOSSIBILE

Un esempio (piccolo, sintetico e… banale)

 

Tra i tanti protagonisti del conflitto di cui in questi anni si celebra l’anniversario, c’è un Italiano, nato in Trentino, quando questo faceva ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico, CESARE BATTISTI, che fu impiccato nel Castello del Buonconsiglio di Trento, per tradimento, in quanto, al momento dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, si arruolò volontario nel corpo degli Alpini dell’Esercito Italiano e combattè contro l’Austria-Ungheria. Catturato,  fu processato e quindi giustiziato.

Oggi, nella “fossa dei Martiri”, dove fu ucciso, nel giardino del Castello sede del Concilio che diede l’avvio alla Controriforma, abbiamo l’occasione di intervistarlo.

 

Tenente Battisti, cosa ci può raccontare della Sua vita?

(biografia)

 

Ci ha detto che fu anche deputato. Per quale forza politica? A quali idee si ispirava?

 (Socialismo)

 

Lei era spesso a Vienna. Com’era la vita di quella città in quel periodo?

(descrizione di Vienna, una delle capitali artistiche, letterarie, culturali dell’epoca: la pittura di Klimt, la musica di Mahler,…) ma tutto ciò era il preludio della catastrofe che si sarebbe abbattuta sul mondo dal 29 giugno 1918: la Prima Guerra Mondiale.

 

Allo scoppio della guerra, l’Italia non intervenne? Perché? E quali erano gli orientamenti dell’opinione pubblica italiana?

(caratteristiche della Triplice Alleanza; neutralisti e interventisti)

 

Tra i più accesi interventisti c’era il poeta Gabriele D’Annunzio. Conosceva qualcosa di lui, della sua vita, delle sue opere e delle sue idee?

(D’Annunzio)… ma non c’era solo D’Annunzio. C’erano anche Filippo Tommaso Martinetti e tutti gli esponenti del futurismo

 

Che cos’è?

(Futurismo: Boccioni, Balla)

 

Il Futurismo esaltava, dunque, il progresso, la modernità, il movimento. A suo parere, cosa meglio esprime, tra i ritrovati tecnologici che si andavano sviluppando a quel tempo, questa idea di movimento e di progresso?

(esempi: il motore a scoppio, l’elettricità, l’aeroplano…)

 

Certo i mezzi che ha descritto permettono un collegamento veloce tra tante parti del mondo. Ecco, Ella, appassionato di problemi geografici, ha mai viaggiato fuori dall’Europa? E se non l’ha fatto, quale paese Le sarebbe piaciuto visitare?

(Canada)

 

In Canada una delle due lingue ufficiali è il francese, che Ella conosce. Sa, in particolare, dove viene parlato?

(Quebec, in francese)

 

Tornando alla guerra che La vide protagonista, quale, secondo Lei, fu uno degli eventi che ne determinarono la sorte?

L’ingresso degli U.S.A. nel conflitto, con tutta la sua potenza industriale, economica e militare, di cui, se vuole, le posso parlare nella lingua del luogo… (U.S.A., in inglese)

 

Purtroppo la guerra cui partecipò non provocò morti solo a causa delle armi da fuoco…

No, furono impiegati anche i gas (descrizione scientifica)… e si morì anche per le malattie contratte nelle trincee (quali? descrizione scientifica)

 

La Sua esperienza della guerra, così tragicamente conclusasi, quale insegnamento può portare alle giovani generazioni?

(desiderio di pace, che si costruisce con la giustizia secondo quanto espresso nella Costituzione della Repubblica Italiana…)

sabato 21 novembre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del teatro. Euripide e la fine del teatro tragico greco

 

Euripide[1] (di cui ci sono giunte diciassette tragedie autentiche e un dramma satiresco) ridusse l’importanza del coro. E tutto ciò in meno di un secolo: dal 500 (anno del debutto di Eschilo) al 406, anno in cui muoiono Sofocle e Euripide. Poi, mentre fino al 388 si sviluppa ancora la commedia di Aristofane, tutto sembra spegnersi, finire con la fine dei tre grandi tragici. Certo gli spettacoli continuano, si continuano a scrivere tragedie, ma non ci rimangono che nomi di autori e titoli di opere, nient’altro. Era finito lo splendido periodo della libertà ateniese,  quella per la quale il teatro aveva una tale importanza sociale che lo Stato pagava il prezzo del biglietto d’ingresso (un obolo) ai cittadini che non potevano permetterselo, che attribuiva alla liturgia dell’allestimento teatrale tanta importanza quanta a quella dell’allestimento di una trireme, quella che aveva permesso di mettere le basi di ogni speculazione intellettuale di cui ancor oggi sentiamo non solo gli echi, ma anche gli stimoli.

 



[1] Euripide (480 – 406 a. C.)

Opere pervenute: Alcesti, Medea, Gli Eraclidi, Ippolito, Andromaca, Ecuba, Eracle, Le supplici, Ione, Le Troiane, Ifigenia in Tauride, Elettra, Elena, Le Fenicie, Oreste, Ifigenia in Aulide, Le baccanti; un dramma satiresco, Il Ciclope.

 

Con Euripide il dibattito sui temi etici diventa più serrato; egli si apre a questioni mai discusse a teatro, che erano, però, al centro di un dibattito filosofico che vedeva protagonisti i sofisti: se gli dei sono giusti, se la nobiltà è un fatto di sangue o di educazione, se è meglio per l’eroe morire o accettare con spirito di sopportazione la propria sorte. Alcune sue figure femminili, come la generosa Alcesti che muore per il marito, la maga Medea che sacrifica per vendetta i suoi figli, o la passionale Fedra dell’Ippolito (che si innamora del figliastro e poi si uccide), sono diventate figure chiave della storia del teatro (e non solo). Le sue Baccanti sono l’unica tragedia ad avere come protagonista Dioniso, il dio in onore del quale si celebravano le Grandi Dionisie (le feste durante le quali si svolgevano gli agoni drammatici). A lui si deve anche l’introduzione e l’ampio impiego del deus ex machina, un personaggio divino che interveniva a risolvere all’ultimo momento situazioni irrimediabili calando dall’alto di una macchina scenica.

Il razionalismo di Euripide intende criticare la mitologia corrente e le sue favole religiose da un punto di vista morale, al fine di rivendicare un’etica più ragionevole ed umana. I suoi nobili desideri di scrittore “laico” e “progressista” che, deluso, vagheggia tuttavia una umanità migliore e leggi etiche e sociali più giuste, lo lasciano nel dubbio o nella vaga speranza. La sua grande virtù non è quella di credere, ma, se mai, quella di cercare di capire.

 

sabato 31 ottobre 2020

altro che halloween!

 Oggi i più piccoli festeggeranno (nei limiti del possibile) #Halloween, ma sarebbe bello che conoscessero anche l'antico rito veneto delle LUMERE. 

In questo periodo dell’anno, in Veneto, le zucche sono da sempre protagoniste della tradizione. 
Già nei secoli scorsi si usava intagliarle per inserirci all’interno delle candele; venivano quindi esposte sui davanzali o lungo i fossi e prendevano il nome di "SUCHE BARUCHE" o "LUMERE". 
Le zucche servivano ad illuminare la strada alle anime dei cari defunti, ma anche a spaesare quelle dei morti più dispettosi. 
La sera, i ragazzi si divertivano ad andare in giro con queste zucche per spaventare i passanti soprattutto nei pressi dei cimiteri; poi andavano di casa in casa a chiedere frutta secca, nocciole e castagne. 
In ogni famiglia, inoltre, si preparava "IL PIATTO DEI MORTI" con castagne, dolci, marroni, fave, e lo si lasciava sul tavolo o sui davanzali come dono per le anime.

sabato 17 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del Teatro: Sofocle

 

Finalmente, insomma, era nata la tragedia come ancora oggi la conosciamo. Non più i lunghi racconti epici degli aedi (epòmai in greco è raccontare), ma conflitto tra due personaggi che non narrano niente né contemplano qualcosa ma agiscono, fanno vivere un evento che è visto (teatro deriva dal verbo greco theàomai, vedere), nel quale eroi umani pongono domande sui perché dell’essere e lottano contro divinità e destini incomprensibili e indifferenti alla sofferenza del peregrinare dell’uomo. Il resto si sviluppa con facilità da queste premesse. Sofocle (496 – 405 a. C.,del quale anche ci sono giunte sette opere complete più numerosi frammenti di altre[1]), sempre secondo Aristotele, introdusse il terzo attore.



[1] Opere pervenute: Aiace, Antigone, Edipo re, Elettra, Filottete, Trachinie, Edipo a Colono e numerosi frammenti di un dramma satiresco, I segugi.

 

A Sofocle si devono importanti innovazioni: l’aumento del numero degli attori (da due a tre) e del numero dei componenti del coro (da dodici a quindici), e l’introduzione di una forma semplice di scenografia, un fondale che rappresentasse un paesaggio (un palazzo o l’entrata di una grotta). Il tragediografo non era dunque un semplice letterato, ma un uomo di teatro a tutti gli effetti: conosceva le tecniche di recitazione e i problemi relativi alla regia in un teatro che aveva una scena estremamente spoglia e che lasciava alla “scenografia verbale” il compito di rappresentare l’invisibile. Sofocle è l’autore di Edipo re, considerata dagli antichi la tragedia per eccellenza. Edipo scopre, in un crescendo drammatico, di avere involontariamente ucciso il proprio padre e sposato la propria madre e, mentre la madre – moglie Giocasta si uccide, egli si acceca. Alla stessa catena mitica appartiene anche Antigone, destinata ad avere una straordinaria fortuna: la giovane figlia di Edipo sacrifica la propria vita pur di seppellire suo fratello Polinice, morto in battaglia ma considerato un traditore.

Sofocle, meno impulsivo e più riflessivo di Eschilo, non riesce a scorgere nell’esistenza dell’uomo se non miserie e orrori ingiustificati. Nel mondo di Sofocle non esiste né Dike (Giustizia) né Catarsi (Purificazione). Per Sofocle la libertà del volere umano non è che illusione; la vita dell’uomo, trastullo degli dei, si risolve in avventura miseranda e vana, nata dalla tenebra e tornante alla tenebra. Nel mondo di Sofocle non v’è annuncio né promessa di luce. La vita è tutta nera. Sola consolatrice, l’arte; sola catarsi, quella del poeta, che da millenni tramanda l’intatta espressione dell’uguale, eterno dolore umano.

 

sabato 10 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del Teatro: Eschilo

 

All’inizio uno solo era l’agonista che si confrontava con il coro, interpretando i diversi personaggi. Poi Eschilo (del quale ci sono arrivate sette tragedie: Le supplici, I Persiani, I sette contro Tebe, Prometeo incatenato,e la completa trilogia dell’Orestiade: Agamennone, Coefore, Eumenidi; tutte di derivazione omerica; negli eventi umani Eschilo scorge una forza misteriosa, il Fato, una giustizia inesorabile, che raggiunge il colpevole e lo castiga, lui e nella sua discendenza), secondo la tradizione tramandata da Aristotele, introdusse un secondo attore, l’antagonista: non più risposta dell’uno al tutto, ma dialogo tra due diverse persone così da dar vita alla contrapposizione di due tesi, al “conflitto drammatico”.

sabato 3 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del Teatro: la nascita del Teatro in Grecia

 



culti misterici dedicati a Diòniso, il dio dell’ebbrezza liberatoria: in essi i fedeli coralmente intonavano un canto ritmato accompagnato da danze (di cui rimane traccia nei movimenti del coro della tragedia classica), il ditirambo. Un giorno, si può supporre, un fedele più audace o geniale o semplicemente più ebbro degli altri, fingendo di essere il dio, rispose al coro: era nato l’ypocritès, colui che risponde. Non ancora l’attore, come lo intendiamo oggi, ma un interlocutore. Il monologo diventava dialogo. Ci è tramandato dalla tradizione il nome del poeta che per primo introdusse nel ditirambo la parte “parlata” del solista: Arione di Lesbo, nel 620 a. C. Successivamente colui che risponde divenne anche colui che agisce, l’agonista, l’attore: nasceva il dramma (dal verbo greco drào che significa agire), l’azione scenica.